Tutti giù … per terra – XIII Edizione del Giorno del Gioco
XIII Edizione del Giorno del Gioco (10 maggio 2018) – Riflessione sul tema:
“Tutti giù … per TERRA”
I bambini sono fiori da non mettere nel vaso:
crescono meglio stando fuori con la luce in pieno naso.
Con il sole sulla fronte e i capelli ventilati:
i bambini sono fiori da far crescere nei prati.
Roberto Piumini
Dalle ultime esperienze fatte dal Laboratorio Regionale Città dei bambini e delle bambine è emerso che oggi nei bambini ma soprattutto negli adulti manca il rispetto per l’ambiente che ci circonda e per la terra che calpestiamo. Eppure questo è un valore che possiamo apprendere sin da piccolissimi e conservarlo come patrimonio da portare con sé per tutta la vita!
Senza obblighi e con molta naturalezza, insegnare ai bambini ad amare la terra può rivelarsi un gioco divertente. Per scoprire quali sono le buone abitudini per crescere un bambino rispettoso della Terra, forse possiamo tornare a giocare con la terra a riprenderci il contatto con essa, in una relazione semplice: il difficile è, per noi adulti, ritrovare tale relazione. A tal fine proponiamo come tema della prossima XIII edizione del GIORNO del GIOCO il giocare con la terra.
La maggior parte dei genitori è spesso restia a far giocare i bambini con la terra, soprattutto nei parchi giochi, o in altri luoghi pubblici dove ci possono essere ricettacoli di batteri. Molti studi e ricerche moderne hanno tuttavia stravolto questo modo di vedere, sostenendo che i batteri terricoli potenziano l’intelligenza.
I bambini diventano più intelligenti se giocano con la terra.
Per le mamme e i papà, i docenti più rigorosi, che temono il sopraggiungere di malattie e allergie nei bimbi che entrano troppo in contatto con la terra potrebbe rivelarsi una teoria rivoluzionaria, che ha dimostrato un accrescimento delle funzioni intellettive dei piccoli.
La parola terra ha molti significati. Primo significato: la terra è lo spazio dove si cammina: quando ad esempio un aereo tocca la terra, i passeggeri possono scendere. Secondo significato: la terra è la parte del mondo che esce fuori dall’acqua, che sta fuori dal mare. Terzo significato: la terra è il luogo dove si coltivano e crescono le piante e il contadino è la persona che lavora la terra, in campagna. Quarto significato: la terra è il pianeta dove vivono gli uomini. Quinto significato: la terra è un paese, una città, una regione, una nazione. Questo significato avvicina la parola terra alla parola territorio. Molti usano le espressioni: “Mi trovo in terra straniera”. “Ho nostalgia della mia terra”. Per gli immigrati venuti nella nostra terra possiamo sperare che, da terra straniera, diventi presto la loro nuova terra?
La terra è un materiale primitivo, plasmabile, giocabile. Ogni individuo è prima di tutto un figlio della Terra. Nella terra non ne esiste un granello identico ad un altro. La combinazione di materiali minerali che la compongono ne mutano colore, consistenza, odore, utilizzo. La terra è alla base del ciclo e del riciclo, della vita organica in senso concreto, frutto di ciò che cade, muore e si decompone. Veniamo dalla terra, ne facciamo parte e le apparteniamo, che sia humus, polvere o fango. Per i bambini è materiale primario di ricerche sensoriali, quando non viene loro impedito di usarlo perché lo si accosta al concetto di sporco, marginale, non autosufficiente per dare inizio ad apprendimenti spontanei e naturali. Ma è sulla terra che si calpesta e con la terra che si impara a stare in equilibrio, a provare stabilità, così come a scivolare, cadere, rialzarsi, giocare. La terra si scava, si travasa, con la terra si costruisce e si distrugge, la si può schiacciare, appiattire, stendere, modellare. Con le terre si plasma, si dipinge, si lasciano tracce. La terra è materiale di creazione, da sola e nelle mani dei bambini e degli adulti. La terra ispira dei giochi.
“Tutti giù … per TERRA” potrebbe rivelarsi non solo la riscoperta dell’antica filastrocca del girotondo, ma un vero e proprio slogan: un invito a prendere tutti insieme le difese del nostro pianeta. Allora via libera al gioco all’aperto e, soprattutto, allo sporcarsi con terra, sabbia e quant’altro può essere presente in un parco o in uno spazio all’aperto in città.
Arch. Francesco Langella